NOTE:
[1] Ordinaria era la sua statura, ma ben quadrata; ed inclinava più tosto al pingue. Aveva la faccia lunga e d’ordinario ben colorita, il naso grande, la fronte alta e spaziosa; e di colore ceruleo chiaro erano i suoi occhi. Spirava dal suo volto un’aria dolce, ma non disgiunta dalla gravità, che gli conciliava tosto l’affetto e la venerazione di chiunque il mirava. Nella sua fronte si leggeva il candore dell’animo, nel discorso e nel tratto una religiosa sincerità, ed una modestia incomparabile.
Vita del proposto Lodovico Antonio Muratori già bibliotecario del serenissimo sig. duca di Modena, descritta dal proposto Gian-Francesco Soli Muratori suo nipote, edito da Giambattista Pasquali a Venezia nel 1756
[2] Testo contenuto in Per il CCL Anniversario della nascita di L.A.MURATORI a cura della Deputazione di Storia Patria e della R. Biblioteca Estense, Società tipografica modenese, 1922.
Un fermo sguardo, pacato, leale, penetrante; una dignitosa compostezza; un’aria austera temperata di bontà sapiente, che annunziano un alto intelletto, una grande anima pensosa; e, anche, non so che velo di malinconia, come levatosi dalla contemplazione e meditazione dello spettacolo di tanti secoli di dolorosa e travagliata storia umana.
Iconografia Muratoriana, testo contenuto in Per il CCL Anniversario della nascita di L.A.MURATORI a cura della Deputazione di Storia Patria e della R. Biblioteca Estense, Società tipografica modenese, 1922
[3] Soli Muratori racconta che Lodovico Antonio affermava:
io so che son figlio di un povero uomo né ho mai saputo più in là del nome di mio Nonno; né men mi curo di cercarne, non essendo cosa da povero uomo il tessere la propria genealogia.
Perciò, afferma Soli Muratori, non poca ripugnanza ebbe sempre a lasciar fare in tela il suo Ritratto.
Sebastiano Brigidi in Vita di Lodovico Antonio Muratori : la sua mente e il suo cuore, Firenze, Cellini e C. ,1871, scrive che
Un giorno, a chi gli disse che il suo nome sarebbe splendido tra i mortali, [Muratori] rispose: Le cose del mondo finiscono in un romor vano; a me basta che il Signore mi faccia la carità che il mio nome sia scritto nel cielo. Quando per varie istanze di amici gli si richiese di lasciarsi ritrarre in bronzo, e di farne adorne le opere sue con ritratto inciso in rame, esclamò: Sì fatto privilegio serbatelo ad uomini grandi e non a me, che tutto al più non sono che un letterato assai mediocre.
Sebastiano Brigidi, Vita di Lodovico Antonio Muratori : la sua mente e il suo cuore, Firenze, Cellini e C. , 1871
[4] Alle istanze del del Sig. Gian Giacomo Tori, uno dei Questori, o sia dei Fattori generali della Camera Ducale, suo antico e grande Amico, che raunava i ritratti dei più ragguardevoli Letterati Modenesi: permise che fusse presa da un Dipintore la sua effigie; e quella copia servì poi a moltiplicarne i Ritratti, che si trovano in varj luoghi d’Italia.
[5] Sul fondo del ritratto compare la scritta:
1739. LUDOVICUS ANT.MURATORIUS POMPOSENSIS ECCL. PRAEP.AC SEREN.DUCIS.MUTINAE BIBLIOTHEC.NAT. 21 8BRIS 1672 HANC SUI EFFIG.ARCHIP. 10 ANNI ANT. PERSENDAE AMICO TRANSMITTIT ANNO 1739.
[6] Io non ho mai curato di farmi ritrarre, benché pregato da molti. Con tutto ciò è stata presa qualche idea del mio volto dagli Amici e il mio ritratto, benché non molto simile, si truova in vari luoghi d’Italia.
Scritti autobiografici / L. A. Muratori ; a cura di Tommaso Sorbelli, Vignola : Comitato Vignolese Onoranze A L. A. Muratori, 1950
[7] Nel capitolo Iconografia contenuto in Bibliografia Muratoriana volume primo, Società Tipografica Modenese Editrice in Modena, 1943 curato da Comitato per le Onoranze a L.A. Muratori nel bicentenario della morte
[8] Esiste una delibera di Giunta Municipale del 16 febbraio 1881 che autorizza il Sindaco Plessi ad acquistare un ritratto in tela ad olio dell’illustre Lodovico Antonio Muratori, allo scopo di decorare la residenza dello stesso Sig. Sindaco della effigie d’un concittadino vignolese che portò tanto onore a questo paese che vanta i di lui natali. Il Sindaco Plessi, con successivo atto di Giunta Municipale del 1 luglio 1881, viene poi rimborsato per la somma anticipata per l’acquisto del dipinto, pari a L.42, e per il restauro di “quello del Soli, esistenti entrambi nella residenza del R. Sindaco.
[9] Adeodato Malatesta aveva pubblicato un manifesto datato 18 giugno 1847 in cui si rivolgeva ai modenesi e dichiarava: ”Da qualche tempo volgeva nell’animo di innalzare una statua alla memoria del più grand’uomo, che questa parte d’Italia abbia mai conosciuto, e di cui scriveva il Balbo: Crediamo che non si possa mai abbastanza né onorar la memoria, ne’ proporre ai posteri l’esempio del Muratori. Queste parole accrebbero in me il desiderio di togliere alla terra natale del Muratori il rossore di non aver alcun pubblico monumento, che additi ai forestieri la patria di tanto uomo; se non che mi era di sconforto l’insufficienza mia nell’arte della scultura, cui non professo, ma che ho sempre amato come sorella della mia.
Maria Grazia Grilli, Le statue dell’atrio in La Villa Tosi Bellucci da 100 anni Sede Municipale, a cura di Giampaolo Grandi , Savignano Sul Panaro, Tipolitografia FG, stampa 2015
[10] Il volto, dall’incarnato roseo, presenta una forma larga e piana, è incorniciato da capelli biondi, con attaccatura regolare, portati all’indietro e bipartiti sulle orecchie quasi del tutto coperte, con una certa affettazione. I capelli si stagliano poco sullo sfondo che appare in una tonalità lievemente più scura. La fronte è larga e mette in evidenza grandi occhi, leggermente rivolti verso la sinistra dell’effigiato, con iride grigio scura, pupilla nera e ciglia ben delineate, sormontati da sopracciglia sottili e ben tratteggiate, di colore coincidente con i capelli. Il naso, pur essendo infantile, è già notevole nelle dimensioni; le guance leggermente più rosate, mostrano zigomi non molto prominenti. La bocca, sottile e colorata, con più intensità, appare socchiusa. L’area fra naso e labbra presenta un solco sottonasale abbastanza evidente. Il mento è forte e sembra avere un minimo accenno di fossetta. Lo sguardo e la bocca conferiscono vivacità all’espressione, come se il fanciullo gioisse per avere dato dimostrazione della propria capacità nella scrittura. E’ vestito di una marsina di colore verde chiaro, con due bottoni al centro del petto, porta una camicia bianca con colletto a bavera bordato di trine e polsini con le stesse trine, ricadenti sulle mani, piccole e rosee, con unghie leggermente delineate. Seduto al tavolino, è colto nell’attimo in cui scrive il proprio nome con una penna d’oca nella mano destra, mentre la sinistra ferma il foglio di carta su cui – nonostante la lacuna- è possibile leggere Lod[o…]Mura[t…].(…) L’età apparente e presumibile del ritratto di fanciullo è circa tredici anni: possiamo ipotizzare che corrisponda all’autunno del 1685, quando Lodovico Antonio lascia la nativa Vignola, dove aveva terminato le scuole primarie, per frequentare (…) le scuole di Grammatica e Logica dei Gesuiti a Modena.
[11] Federica Missere Fontana, Paola di Pietro Lombardi e Pietro Baraldi in Iconografia muratoriana: Muratori fanciullo in un inedito ritratto di famiglia in Muratoriana online, 2016.
[12] Ibidem.
Dal 1661 al 1674 Francesco Stringa ricoprì il ruolo di pittore e aiutante di camera presso la corte di Alfonso IV . Era inoltre soprintendente delle Fabbriche Ducali e custode della Galleria Estense.
Riportando le parole di Daniele Benati, fu in grado di improntare con le sue peculiari scelte la cultura figurativa del tempo. La sua pittura “robusta”, “caldamente chiaroscurata” e “estrosa” veniva esaltata nel 1959 dalle parole di Francesco Arcangeli, che la definì come “un ponte fra naturalismo e pittura ideale.
Il genio di Francesco Stringa : Lectio magistralis di Daniele Benati. Articolo redatto da Domiziana Pelati in occasione della lectio magistralis del professor Benati nel contesto del convegno internazionale “L’Occidente degli Eroi, il Pantheon degli Estensi in Sant’Agostino a Modena (1662-1663) e la cultura barocca”
[13] Una novità , anche per quasi tutti gli studiosi di Muratori, sarà il bel ritratto dipinto Da Francesco Stringa, (…) dove rivive il Muratori abatino ventenne: prezioso documento della giovinezza del grande Storico, dove è già tutto l’uomo futuro, co’ i suoi caratteri fisici e con la sua espressione morale. Dietro la tela è scritto, di mano che potrebbe anche essere posteriore:
LUDOVICUM ANTONIUM MURATORIUM NAT. D . XXI . OCTOBR . A . MDCLXXII PINGEBAT FRANCISCUS STRINGA D . XXI . DECEMB . A . MDCCV
A causa del fatto che la data che compare nel cartiglio posteriore (1705) non pare credibile relativamente all’età apparente del soggetto, secondo Bariola la datazione del ritratto è discutibile.
Pur considerando che” le qualità della pittura non disconvengono alla maniera dello Stringa. Piuttosto (…) Par poco probabile che questo fresco volto, che appare ventenne o poco più, abbia già 35 anni: per quanto si voglia tener conto della gracilità giovanile del Muratori.(…) Certi caratteri fisici rispondono già perfettamente a quelli dei ritratti della vecchiezza: e in quell’aria raccolta, savia, precocemente pensosa, spira già vigore e penetrazione d’intelligenza, e non so che dignitosa, quasi fiera dirittura morale. – Se la nostra impressione non erra, potrebbe essere stato dipinto poco dopo la laurea (1694, 16 dicembre) e prima della partenza per Milano (1695, febbraio).
Bariola definisce il ritratto un “documento iconografico notevolissimo”.(…)e lo descrive “Ovale, volto di tre quarti a sinistra, con abbondante e folta capigliatura, in veste di abate, con mantelletta nera e ampio collaretto bianco. Si scorge la mano destra in atto di raccogliere un lembo del mantello. Fondo avana rossiccio.
[14] L’incisione è contenuta in Brucker, Johann Jakob Pinacotheca scriptorum nostra aetate literis illustrium, exhibens auctorum eruditionibus laude scriptis que celeberrimorum, qui hodie vivunt, imagines et elogia. Vitas, scripta, literarum merita recensuit Jacobus Bruckerus, academiae scientiarum Berolinensis membrum; imagines ad archetypa aere accurate expressit Joannes Jacobus Haidius, pictor & chalcographus. Decas II, 1742. ( trad. Una galleria di scrittori famosi della nostra epoca, che presenta immagini ed elogi di autori che hanno scritto in lode dei personaggi più famosi viventi oggi. Sono state passate in rassegna le vite, gli scritti e i meriti letterari da Jacobus Bruckerus, membro dell’Accademia delle Scienze di Berlino; John Jacobus Haidius, pittore e incisore, ha espresso accuratamente le immagini in bronzo secondo gli originali. 2 dicembre 1742.)
Presenta Muratori “a mezza figura, in abito sacerdotale e in età matura. Alle sue spalle una tenda nasconde in parte un libreria in cui sono visibili due palchetti occupati da volumi di notevoli dimensioni, protetti da una cortina. Muratori tiene in mano un volume in foglio con lussuosa legatura; sul tavolo da scrittura sono posate una lettera aperta, una lettera chiusa da sigillo e a lato una penna d’oca.(…)
Sotto è presente un cartiglio sormontato da stemma araldico della famiglia Muratori…”12)
Compare inoltre un cartiglio con iscrizione a stampa : LUDOVICUS ANTONIUS MURATORIUS / Prepositus Ecclesiae Parochialis S. Mariae de Pomposia / Bibliothecae et Tabulario Serenissimi Ducis Mutiniensis/ Praefectus, Societatum Literarium Londiniensis et Italica Irum plaerarumque (sic) membrum/ Nat A° MDCLXXII. d.XXI Octobr.
A stampa, in corsivo, Dec II°. A stampa, a destra, a fianco del cartiglio, in carattere corsivo I:I: Haid excud. Augu. Vind.
[15] Nella lettera di risposta del 14 marzo 1744 Muratori scrive: “quanto alla mia povera persona, ingenuamente le confesso che ho sempre aborrito il far la mia vita, il dare il mio ritratto, perché non si può schivare la taccia di vanita. “(…) E poi nell’anno prossimo passato un sig. Brucker, non so di quale paese, ha anch’egli stampata un’altra vita di questo suo servitore con notizie che ho poi saputo prese da un religioso, il quale abitava nei tempi addietro qui. V’ha anche messo il mio ritratto, che non si somiglia molto: pure è passabile e tagliato egregiamente in rame. (…)”13)
Citato da Ennio Ferraglio “Non credo che si tenga in conto di me”: gli Scrittori d’Italia di G.M. Mazzucchelli e l’autobiografia mancante di Muratori in Muratoriana Online 2011
Federica Missere Fontana, Paola di Pietro Lombardi in Progetto “Iconografia Muratoriana” in Muratoriana Online 2011
[16] Antonio Consetti (Modena 1686-1766) studiò a Bologna, dapprima presso Giangioseffo Dal Sole, poi con Donato Creti . Ritornato a Modena, dal 1722 al 1731 tenne nella sua abitazione un’accademia del nudo che nonostante la protezione del duca Rinaldo d’Este ebbe breve durata per mancanza di allievi. Successe al padre Jacopino dal 1726 al 1672 nel ruolo di Soprintendente alle raccolte ducali .Nel 1729 fu nominato membro aggregato dell’Accademia Clementina di Bologna e nel 1733 fu invitato da Filippo Juvarra a Torino presso la corte sabauda, ma declinò l’invito non osando chiederne licenza al duca. Nel 1763 venne eletto Direttore della nuova Accademia di Pittura con sede nel palazzo Comunale. Svolse anche un’intensa attività di restauratore . Il Tiraboschi testimonia una sua attività abbastanza vasta per confraternite e chiese di Modena e ricorda suoi lavori anche fuori dello Stato estense, a Venezia, Bologna, Pistoia, Genova, Forlì, Trento e Vienna. Lo definisce “Pittore diligente ed esatto singolarmente riguardo al disegno”. Significativo rimane il cospicuo repertorio di disegni “ a documento di un iter classicistico secondo principi accademici ma con margini per vibranti figurazioni di sapore barocchetto.
Federica Missere Fontana, Paola di Pietro Lombardi e Pietro Baraldi in Iconografia muratoriana: Muratori fanciullo in un inedito ritratto di famiglia in Muratoriana online, 2016.
Ennio Ferraglio “Non credo che si tenga in conto di me”: gli Scrittori d’Italia di G.M. Mazzucchelli e l’autobiografia mancante di Muratori in Muratoriana Online 2011
[17] Testa con un poco di busto, di tre quarti verso destra, il capo quasi di fronte: mantelletta, zucchetto, nero, pochi capelli canuti. Fondo avana scuro.(…) Quale solida costruzione della testa; che impasto di colore ricco, fluido, saporoso e vivido pur nella tonalità bassa; che facilità di esecuzione sapiente. E che penetrante espressione, non dimenticabile. Ciò che questa tela dice, e i dati offertici da altri ritratti, concordano a darci la sicurezza di una grande rassomiglianza. E’ quasi ignorato. L’attribuzione che proponiamo non è discutibile qui (…). Non sono da invocare a conferma, ma giova tuttavia non dimenticare, le relazioni corse tra il Muratori e il Crespi, attestate da una lettera (…) di quest’ultimo del 30 novembre 1744: riboccante di espansiva devozione verso il grande Proposto.
L’arte degli estensi: la pittura del Seicento e del Settecento a Modena e Reggio: catalogo critico : Modena, Palazzo comunale, Palazzo dei Musei: Galleria estense e Galleria civica, giugno-settembre 1986 Modena : Panini, 1986
Marco Riccomini, Giuseppe Maria Crespi : i disegni e le stampe : catalogo ragionato, Torino : Umberto Allemandi & C., [2014]
Bariola infine riassume in una nota finale la traccia iconografica emersa dalla sua indagine:
Esiste un bel ritratto giovanile di Muratori, quasi sconosciuto, pieno di espressione: quello dipinto da Francesco Stringa: secondo noi poco più che ventenne.
Nel 1722 Muratori, cinquantenne, si lascia ritrarre da un Pittore; non sappiamo se in dipinto o in semplice disegno. Da codesto ritratto, o meglio dai disegni cavatine, derivano molti altri, che serbano impronte, talora anche minime, della comune origine. (incisioni dello Heilbrouk e dello Haid; ritratto dell’Archivio di Stato di Torino; busto settecentesco in terracotta nella casa del Muratori; e forse medaglie di Mercandetti e di Cerbara.)
Nel 1729-30, il Muratori manda alla Società Albrizziana due disegni: il primo – giudicato scadente e non somigliante – dà luogo alla prima coniazione della nota medaglia, col ritratto nel quale Muratori non riconosce sé stesso; il secondo è forse riprodotto dalla incisione dello Heilbrouck; e, a giudicare da questa stampa, pare che fosse dello stesso tipo, o molto prossimo al ritratto del 1722.
Nell’ultimo decennio della sua vita, forse intorno ai 70, ma ancor vegeto, il Muratori ci appare nei tre ritratti dipinti [il primo attribuito a Crespi, il secondo alla maniera di Crespi seduto su di un seggiolone rosso, il terzo il ritratto nella vecchiaia proprietà del Cav. Maggiore Alfonso Salsi [ da noi non reperito]; specie nei primi due, i più caratteristici, i più espressivi,; soprattutto nel primo, bellissimo.
Forse proprio all’estremo della vita, lo ritrae la cugina Angela Termanini Muratori, e, ancor più streminzito, e ancor piu infelicemente, Pietro Termanini (ritratti incisi da Pietro Monaco e da Carlo Manfredi); e da queste misere imagini derivano molte, troppe altre, nel ‘700 e nell’800.”